E se un nuovo forte terremoto colpisse tra breve la città di Ferrara dopo quelli assai violenti del 22 febbraio 1346 e del 17 novembre 1570?Avrebbero avuto ragione i tecnici della Commissione grandi rischi che, rompendo la tradizionale prudenza dei sismologi in fatto di previsioni, hanno emesso un comunicato in cui si afferma che «in caso di una ripresa dell’attività sismica nell’area già interessata dalla sequenza in corso, è significativa la probabilità che si attivi il segmento compreso tra Finale Emilia e Ferrara con eventi paragonabili ai maggiori eventi registrati nella sequenza». In altre parole, secondo quanto spiega il capo della Protezione civile Franco Gabrielli, dei tre segmenti della faglia interessata al sisma se ne sono spezzati due liberando l’energia che ha determinato le devastanti scosse del 20 e del 29 maggio, il terzo no, ma - secondo gli esperti della Commissione - è probabile che si rompa anch’esso con conseguenze analoghe ai due eventi precedenti.
Se, invece, questo evento non si verificherà, si giustificherebbe la rabbia che è montata rapidamente, soprattutto tra gli amministratori pubblici dell’area del sisma, a fronte di una previsione che non può vantare carattere di sicurezza scientifica, ma è solo - afferma Vasco Errani - «un dato statistico». Il presidente della Regione Emilia ribadisce che «scientificamente nessuna scossa può essere prevista e che le ricerche in merito, così come i probabili scenari, attengono alla sfera statistica della maggiori o minori probabilità».
Tra i sindaci della zona è diffusa la convinzione che il risultato principale dell’uscita della Commissione grandi rischi sia quello di aggiungere danno a danno, diffondendo angosce e paure e fiaccando sul nascere le spinte a reagire alla disgrazia e al restauro di condizioni di normalità. Il primo cittadino di Ferrara, Tiziano Tagliani, diffonde il messaggio che oggi sarà regolarmente in ufficio e così spera che facciano tutti i suoi concittadini. Altrettanto critico con la nota diramata il sindaco di Cento, Piero Lodi, che si chiede innanzitutto cosa fare con la prossima apertura dei centri estivi per i bambini. Furioso il suo collega di Finale Ligure, Fernando Ferioli, che pensa addirittura di presentare denuncia per procurato allarme. Assai perplesso anche l’ex presidente dell’Istituto nazionale di geofisica, Enzo Boschi, che alla Commissione grandi rischi chiede, perlomeno, «una precisazione su come è arrivata a questa dichiarazione. Non mi risulta infatti - osserva lo scienziato - che sia possibile fare previsioni di terremoti».
La singolare previsione - con le sue ovvie conseguenze - sembra venire poi a confliggere oggettivamente con lo «sforzo straordinario» a favore delle popolazioni colpite dal terremoto che Mario Monti ha annunciato ieri in una conferenza stampa affiancato dai ministri Cancellieri, Di Paola e Passera. Il presidente del Consiglio ha assicurato «l’intensificazione della presenza dello Stato» nelle zone disastrate. Il governo giovedì aveva condotto un esame approfondito della situazione assieme al capo della Protezione civile, Gabrielli, al presidente della Regione Emilia e commissario straordinario alla ricostruzione, Errani, e ai rappresentanti della Commissione grandi rischi, e ieri Monti ha potuto annunciare che «sosterrà e rafforzerà le iniziative già in atto assumendo tutti gli interventi necessari a tutelare le comunità locali oltre a consentire l’avvio della ricostruzione». Questo, ha sottolineato il premier, «richiederà uno sforzo straordinario in termini di risorse, competenze, strumenti».
Poi, rivolgendosi alle popolazioni colpite dal sisma, Monti ha detto: «Un governo non può scongiurare un terremoto né prevederlo, ma noi vogliamo incoraggiarvi a non vedere le cose in modo ancora più grave e preoccupato di come naturalmente già le vedete. Spero che per voi sia di rassicurazione sapere che il governo è pienamente impegnato con tutti i mezzi disponibili ad esservi vicino». Il ministro dello Sviluppo, Passera, a sua volta ha sottolineato l’esigenza dei vari settori economici dell’area colpita dal sisma di «far tornare tutti a lavorare il più in fretta possibile, ovviamente in condizioni di sicurezza».
Tutto da vedere l’effetto che l’inusitata previsione della Grandi Rischi potrà avere su questi propositi di rilancio dell’economia della zona e delle stesse condizioni di normalità della vita quotidiana. A rassicurare un po’ gli animi ci prova Franco Gabrielli che, alla luce dell’allarmante documento, promette di «accelerare le verifiche e la messa in sicurezza degli edifici pubblici e privati dell’Emilia».
Nessun commento:
Posta un commento