Se volete provare la vera cucina bolognese fatta di turtlen e non solo... dovete andare da Biagi (osteria della Lanterna). Potete iniziare dal Ristorante in Viale XII Giugno n°2 a Bologna, dove la mamma in cucina vi farà assaporare ogni piatto della tradizione emiliana. Scoprirete inoltre gli oggetti d'arte creati con la forma dei tortellini come collane, gemelli e orecchini. Se i famosi turtlen di Biagi vi sono piaciuti andate in Via Savanella 9/A sempre a Bologna dove troverete il negozio per la vendita diretta, una location d'altri tempi vi accoglierà e scoprirete come vengono fatti i tortellini davanti ai vostri occhi. Disponibili anche corsi di cucina e servizio di catering.
GIOIELLI A FORMA DI TORTELLINO
STORIA DEL RISTORANTE
GIOIELLI A FORMA DI TORTELLINO
Tanto piccoli da poter essere trasformati in gioielli. In gemelli da polsino. Orecchini pendenti. Ciondoli. Portachiavi. I tortellini mignon griffati da Biagi — lo storico ristorante nato nel ‘37 a Casalecchio, oggi trasferito in via Savenella 9/a — si trasformano in 16 grammi di preziosi in argento, oro giallo, oro rosa. Volendo anche punteggiati di brillanti. E’ l’idea di Fabio Biagi, figlio del patriarca Ivano, che oggi gestisce il ristorante che piaceva tanto a Gianni Brera. "Tutto è nato dalla mia passione per i gemelli. Finché un giorno un amico mi ha detto: perché non farne una coppia a forma di tortellino?". L’amico è Gianluca Sturi e l’idea, gettata lì come uno scherzo, sembra buona. Detto fatto. "Abbiamo fatto il calco di uno dei nostri tortellini". Quelli minuscoli che Biagi serve in brodo, e che piacciono tanto all’ex sindaco Giorgio Guazzaloca, spesso ospite al ristorante. "Come gioiello da polsino era splendido — racconta il proprietario — e lo abbiamo esposto nella nostra bacheca. E’ andato subito a ruba". Da quell’idea nascono tanti modelli. Quelli in argento brunito con diamanti. Quelli in oro rosa con brillanti sintetici. Tutti in una custodia in legno dove è stata incisa la ricetta tradizionale dei tortellini Biagi depositata alla Camera di Commercio.
STORIA DEL RISTORANTE
Il 28 Ottobre 1933 fu aperto al traffico il “Cavalcavia“ del Comune di Casalecchio di Reno, opera di grande importanza per i miglioramenti della viabilità su strada e rotaia grazie ad essa infatti veniva velocizzato un tratto di strada caratterizzato dalla confluenza della strada provinciale n° 596 detta Bazzanese con la strada statale n° 64 detta Porrettana.
Negli anni immediatamente successivi a questo mutamento nel tessuto della viabilità urbana fu costruito, nell’area prospiciente tale incrocio, uno stabile e nella primavera del 1937 Adelmo Biagi insieme ai suoi famigliari, la moglie Maria, il figlio Ivano e la figlia Iride, vi prese in gestione quello che allora si presentava come un bar con annessa la cucina per la preparazione di eventuali piatti caldi.
Il “Ristorante Biagi” si caratterizzò subito come tipico e specializzato nella tradizionale cucina Bolognese, cosa per altro assai comune all’epoca, e come frequentato punto d’incontro dei Bolognesi che venivano a fare scampagnate al Lido di Casalecchio e sulle colline dei dintorni, come confermano oggi anche i vecchi Casalecchiesi. Fin dai primi tempi il ristorante fu meta consueta anche di tutta la buona società bolognese che ritrovava, e ha ritrovato fino al 11-10-1999, fra le sue mura la genuina atmosfera dei caratteristici ristoranti petroniani e i piatti classici della cucina locale. Anche molti dei viaggiatori e turisti di passaggio per Casalecchio per rifocillarsi e per stabilire proficui incontri soprattutto d’affari. Negli anni di guerra il locale rimane aperto, ad eccezione di un breve periodo durante i bombardamenti a tappeto del 1945, e in esso si alternano fra gli altri come avventori anche gli ufficiali tedeschi prima e quelli anglo-americani poi, cosa che consente al ristorante e alle due piccole sale, una a lato del bar e l’altra sul retro, di dare un notevole impulso all’elemento tradizionale della cucina già allora molto apprezzato dagli stranieri. Terminata la guerra “Biagi” proseguì la sua attività con sempre maggiore risonanza, infatti sono questi gli anni in cui il locale veniva frequentato da numerosi ciclisti all’epoca veri idoli, quali Gino Bartali, Fausto Coppi, Fiorenzo Magni, Benito Lorenzi detto Veleno, nonchè da altri famosi sportivi quali Manuel Fangio, Zeno Colò e numerose personalità del mondo politico e culturale, di cui le molte e affettuose testimonianze di saluto sono andate in parte perdute, che quando transitavano nelle vicinanze non dimenticavano di fare tappa da “Biagi”. E’ nel periodo compreso fra il 1960 e l’inizio degli anni ’70 che vi sono il maggior numero di mutamenti nell’organico del ristorante: Iride sposandosi lascia l’attività, Ivano si sposa a sua volta con Dina Carboni, attuale chef, e poi Adelmo e Maria si ritirano e la gestione a tutti gli effetti nelle mani di Ivano. Di questi anni, per la precisione nel 1967, anche l’apertura del tronco autostradale Bologna-Firenze che arricchisce ulteriormente la tipologia d’afflusso della clientela soprattutto di amatori e di gourmets.
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amo la pasta fatta a mano, è il più delizioso al mondo
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