lunedì 4 giugno 2012

I migliori tortellini del mondo da Biagi

Se volete provare la vera cucina bolognese fatta di turtlen e non solo... dovete andare da Biagi (osteria della Lanterna). Potete iniziare dal Ristorante in Viale XII Giugno n°2 a Bologna, dove la mamma in cucina vi farà assaporare ogni piatto della tradizione emiliana. Scoprirete inoltre gli oggetti d'arte creati con la forma dei tortellini come collane, gemelli e orecchini. Se i famosi turtlen di Biagi vi sono piaciuti andate in Via Savanella 9/A sempre a Bologna dove troverete il negozio per la vendita diretta, una location d'altri tempi vi accoglierà e scoprirete come vengono fatti i tortellini davanti ai vostri occhi. Disponibili anche corsi di cucina e servizio di catering.





GIOIELLI A FORMA DI TORTELLINO

Tanto piccoli da poter essere trasformati in gioielli. In gemelli da polsino. Orecchini pendenti. Ciondoli. Portachiavi. I tortellini mignon griffati da Biagi — lo storico ristorante nato nel ‘37 a Casalecchio, oggi trasferito in via Savenella 9/a — si trasformano in 16 grammi di preziosi in argento, oro giallo, oro rosa. Volendo anche punteggiati di brillanti. E’ l’idea di Fabio Biagi, figlio del patriarca Ivano, che oggi gestisce il ristorante che piaceva tanto a Gianni Brera. "Tutto è nato dalla mia passione per i gemelli. Finché un giorno un amico mi ha detto: perché non farne una coppia a forma di tortellino?". L’amico è Gianluca Sturi e l’idea, gettata lì come uno scherzo, sembra buona. Detto fatto. "Abbiamo fatto il calco di uno dei nostri tortellini". Quelli minuscoli che Biagi serve in brodo, e che piacciono tanto all’ex sindaco Giorgio Guazzaloca, spesso ospite al ristorante. "Come gioiello da polsino era splendido — racconta il proprietario — e lo abbiamo esposto nella nostra bacheca. E’ andato subito a ruba". Da quell’idea nascono tanti modelli. Quelli in argento brunito con diamanti. Quelli in oro rosa con brillanti sintetici. Tutti in una custodia in legno dove è stata incisa la ricetta tradizionale dei tortellini Biagi depositata alla Camera di Commercio.






STORIA DEL RISTORANTE


Il 28 Ottobre 1933 fu aperto al traffico il “Cavalcavia“ del Comune di Casalecchio di Reno, opera di grande importanza per i miglioramenti della viabilità su strada e rotaia grazie ad essa infatti veniva velocizzato un tratto di strada caratterizzato dalla confluenza della strada provinciale n° 596 detta Bazzanese con la strada statale n° 64 detta Porrettana.
Negli anni immediatamente successivi a questo mutamento nel tessuto della viabilità urbana fu costruito, nell’area prospiciente tale incrocio, uno stabile e nella primavera del 1937 Adelmo Biagi insieme ai suoi famigliari, la moglie Maria, il figlio Ivano e la figlia Iride, vi prese in gestione quello che allora si presentava come un bar con annessa la cucina per la preparazione di eventuali piatti caldi.

Il “Ristorante Biagi” si caratterizzò subito come tipico e specializzato nella tradizionale cucina Bolognese, cosa per altro assai comune all’epoca, e come frequentato punto d’incontro dei Bolognesi che venivano a fare scampagnate al Lido di Casalecchio e sulle colline dei dintorni, come confermano oggi anche i vecchi Casalecchiesi. Fin dai primi tempi il ristorante fu meta consueta anche di tutta la buona società bolognese che ritrovava, e ha ritrovato fino al 11-10-1999, fra le sue mura la genuina atmosfera dei caratteristici ristoranti petroniani e i piatti classici della cucina locale. Anche molti dei viaggiatori e turisti di passaggio per Casalecchio per rifocillarsi e per stabilire proficui incontri soprattutto d’affari.
Negli anni di guerra il locale rimane aperto, ad eccezione di un breve periodo durante i bombardamenti a tappeto del 1945, e in esso si alternano fra gli altri come avventori anche gli ufficiali tedeschi prima e quelli anglo-americani poi, cosa che consente al ristorante e alle due piccole sale, una a lato del bar e l’altra sul retro, di dare un notevole impulso all’elemento tradizionale della cucina già allora molto apprezzato dagli stranieri.
Terminata la guerra “Biagi” proseguì la sua attività con sempre maggiore risonanza, infatti sono questi gli anni in cui il locale veniva frequentato da numerosi ciclisti all’epoca veri idoli, quali Gino Bartali, Fausto Coppi, Fiorenzo Magni, Benito Lorenzi detto Veleno, nonchè da altri famosi sportivi quali Manuel Fangio, Zeno Colò e numerose personalità del mondo politico e culturale, di cui le molte e affettuose testimonianze di saluto sono andate in parte perdute, che quando transitavano nelle vicinanze non dimenticavano di fare tappa da “Biagi”.
E’ nel periodo compreso fra il 1960 e l’inizio degli anni ’70 che vi sono il maggior numero di mutamenti nell’organico del ristorante: Iride sposandosi lascia l’attività, Ivano si sposa a sua volta con Dina Carboni, attuale chef, e poi Adelmo e Maria si ritirano e la gestione a tutti gli effetti nelle mani di Ivano. Di questi anni, per la precisione nel 1967, anche l’apertura del tronco autostradale Bologna-Firenze che arricchisce ulteriormente la tipologia d’afflusso della clientela soprattutto di amatori e di gourmets.

Pertanto Dina e Ivano decidono di potenziare ulteriormente la cucina tipicamente bolognese portandola a livelli di altissima qualità. In essa è prevista, fra gli altri piatti, la caparbia produzione di minuscoli tortellini, secondo la più antica tradizione, da cuocere in brodo. Tortellini che per le loro dimensioni e per la loro fragranza sono diventati ormai famosi in tutto il mondo e costituiscono uno dei “miti” del Ristorante Biagi, come confermano le continue richieste di prenotazioni provenienti non solo da ogni parte d’Italia ed Europa, ma anche dall’America e dal Giappone. E come attestano gli innumerevoli servizi giornalistici apparsi sui giornali di mezzo mondo. Senza poi contare le trasmissioni televisive dedicate al ristorante o che hanno avuto come protagonisti i suoi titolari, Ivano e Dina, chiamati a più riprese a partecipare ad importanti programmi e manifestazioni quali ambasciatori e depositari dei valori dell’autentica cucina bolognese.
Ai primi anni ‘90 nell’azienda sono inseriti anche i figli, Simona e Fabio, che assieme ai genitori si concentrano nell’ulteriore miglioramento qualitativo dei piatti pur nella salvaguardia della tradizione culinaria e dell’atmosfera del locale: la sua disposizione, gli arredi e il cibo divengono quasi un tutto unico inscindibile.
E i clienti, che lo frequentavano bambini, ritornandovi a distanza di anni ormai adulti, immediatamente ritrovano le emozioni e l’atmosfera di un tempo in un locale dove pare che il tempo si sia fermato.

In questi ultimi trenta anni la notorietà del ristorante è cresciuta di pari passo con i numerosi riconoscimenti che ha ricevuto. Fra i quali:
il “Dionisio dell’Ospitalità” della Federazione Italiana Pubblici Esercizi assegnato il 20/11/73 ad Adelmo Biagi e poi il 29/04/1983 ad Ivano Biagi,
il “Tortellino d’ ORO” assegnato nel 1972 da una commissione presieduta da Alessandro Cervellati,
il premio “Artefici del lavoro italiano nel mondo” assegnato in Campidoglio a Roma in occasione del trentennale della Repubblica Italiana, 1946-1976,
il Cavalierato della Repubblica Italiana assegnato ad Ivano Biagi per la sua attività il 2 giugno 1981 durante la presidenza di Sandro Pertini,
il riconoscimento da parte del Comune di Casalecchio di Reno del 1 maggio 1994 per i 57 anni di conduzione dell’attività familiare ad Ivano Biagi
e quello dell’Associazione dei Commercianti, degli Operatori Turistici e dei Servizi della Provincia di Bologna per i 50 anni di vita e lavoro associativo.
E per ultimo, ma solo in ordine di tempo, il Comune di Casalecchio di Reno ha deciso di intitolare a “Biagi” sulle carte topografiche e toponomastiche l’incrocio stradale davanti al ristorante, poiché a parere di tutti è l’unico modo per capire di quale luogo si stia parlando in modo inequivocabile.
Sempre più numerosa è poi divenuta la frequentazione del ristorante da parte di celebrità del mondo della cultura, dello sport, dello spettacolo, delle istituzioni e della vita politica che seguendo una moda ancor oggi in voga con piacere e simpatia hanno lasciato brevi dediche e talvolta fotografie.
Alcuni di essi poi, uno per tutti, Gianni Brera, che da “Biagi” aveva per così dire una seconda casa, hanno accresciuto ulteriormente la notorietà del ristorante, che oggi va ben oltre i confini nazionali, citandolo su riviste e giornali sia specializzati nell’ambito culinario che in quello informativo.
Fra gli avventori più fedeli è doveroso ricordare Pio Manzù, Minguzzi, Giulietta Masina e Federico Fellini, che per parecchio tempo si provò di convincere l’Ivano Biagi a recitare la parte dell’oste da prima ne “La nave va” e poi ne “La voce della luna”, Franca Rame, Dario Fo, e poi Federico Zeri, Stephen Pepper, Carlo Bozzoli e uomini politici quali Achille Ochetto, Nicola Mancino, Claudio Petruccioli, Aureliana Alberici, Sergio Sabatini. Non mancano anche le illustri personalità del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo da Luciano Tajoli a Narcisio Parigi, da Vasco Rossi a Riccardo Cocciante, da Eddie Merckx a Nino Benvenuti, da Gianni Morandi a Renzo Arbore, da Vittorio Gassman a Roberto Benigni, da Nereo Rocco ad Alfredo Martini, da Giancarlo Giannini a Gigliola Franzoni, e tanti altri ancora. E poi giornalisti sportivi e non, quali Ezio Zermiani, Paolo Frajese, Osvaldo Bevilacqua, Italo Cucci, Giuseppe Castagnoli, Mino Damato.
E da ultimo Gad Lerner che assieme a Nancy Brilli nel corso della trasmissione Format trasmessa su Rai Tre il 6 febbraio 1998 alle ore 23,25 nomina più volte il Ristorante Biagi decantandone la cucina e i celebri tortellini ed esprimendo il desiderio di assaporarli.
Alla fine del 1999 in seguito a un contenzioso giuridico è stato necessario cambiare la sede storica del ristorante che pur non mutando in nulla la sostanza ha cambiato totalmente la forma nonché l’indirizzo essendosi trasferito nel centro della città di Bologna, in Via della Grada al n°6.
Qui l’attività prosegue in un locale nuovo, elegante ed allo stesso tempo pregno di quel clima famigliare che per tanti anni ha caratterizzato la sede “storica” di Casalecchio di Reno. Ora Ivano Biagi ha ceduto il posto al figlio Fabio, che porta avanti la tradizione con la madre e la sorella.n questi ultimi anni l’attività di ristorazione è continuata di pari passo con altri numerosi riconoscimenti e ne ricordiamo uno tra tutti consegnato a Venezia da Vittorio Sgarbi: il “Sole” dato da Veronelli nel 2001.













Fonti: 

http://www.ristorantebiagi.it/

http://bologna.repubblica.it/dettaglio/leccornie-da-indossare-i-tortellini-di-biagi/1705602

www.turtlen.it

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